LA FILOSOFIA ENTRA IN IMPRESA

Sangalli entra a far parte di un progetto – “Laboratorio di filosofia dell’impresa” – che, frutto della collaborazione tra Confindustria Bergamo e Università degli Studi di Bergamo, accorcia le distanze tra il mondo della scuola e quello del lavoro scegliendo come fil rouge il pensiero critico e filosofico. Rivolto agli studenti dei corsi di laurea magistrale in “Filosofia, Scienze e Società” e “Philosophical Knowledge”, il percorso si articola in incontri e laboratori in cui il pensiero critico e filosofico sarà applicato in molti ambiti della vita d’impresa: dalla gestione delle risorse umane alla selezione e reclutamento del personale, dalla formazione e sviluppo delle risorse interne, fino all’employer branding e alle strategie di attrazione dei talenti. Durante i 9 moduli che scandiscono il progetto, gli studenti avranno anche modo di confrontarsi con alcune aziende associate a Confindustria – oltre a Sangalli, ad aderire all’iniziativa sono Itema Group e M.S Ambrogio – pronte a “mettere in comune” la loro esperienza. Esperienza che, nel caso di Sangalli, sarà oggetto del nono modulo previsto per l’11 dicembre e dedicato al tema “Employer branding: valorizzare l’immagine aziendale verso i giovani” che vedrà come relatore l’HR Manager dell’azienda Emanuele Mangili.

A mettere l’accento sul valore della contaminazione scuola-lavoro è il Professor Salvatore Drago, docente-coordinatore di “Laboratorio di Filosofia d’Impresa”. Ad affiancarlo è il professor Riccardo Saccenti, docente di Storia della Filosofia medievale e coordinatore dei Tirocini curriculari, che gli studenti hanno obbligo di svolgere, solitamente al terzo anno di corso di Studi. “Il Laboratorio – puntualizza Drago – sebbene nasca come insegnamento da seguire in sostituzione del Tirocinio stesso, ha ormai preso le sembianze di una materia accademica autonoma. Anche gli studenti che, di fatto, hanno già svolto il Tirocinio presso aziende convenzionate con l’Università possono prendervi parte”.

Il progetto messo in pista dall’Università di Bergamo e da Confindustria Bergamo è fortemente innovativo: a quali esigenze risponde e quali sono gli obiettivi che si propone di raggiungere?

Le esigenze a cui questa iniziativa risponde sono duplici. In prima battuta il Laboratorio nasce dalla volontà di cercare di rinnovare e modernizzare il percorso formativo degli studenti, in modo particolare per un corso di Studi (triennale e magistrale) in Filosofia, tentando di superare l’anacronistico stereotipo di un “sapere” obsoleto e sganciato dai tempi moderni. Tempi per i quali il pensiero di Socrate, Platone, Heidegger e molti altri sembrerebbe avere poco da dire. Partendo da questa prospettiva, accademica, il Laboratorio si propone di offrire un Corso di Studi in Filosofia, triennale e magistrale, più rispondente alle dinamiche socio-politiche ed economiche attuali. In questo specifico contesto la Filosofia, per la sua analisi di pensiero critico, può apportare un contributo di notevole importanza, in grado di offrire risposte a domande inevase di natura troppo tecnica. In sostanza, cercare di offrire uno spazio di discussione e di formazione, nel quale anche il sapere filosofico possa rivendicare il giusto diritto ad apportare il suo contributo, senza pregiudizi accademici.

Questo in termini accademici. Dal punto di vista imprenditoriale, invece, quale la finalità che il progetto si propone?

Il Laboratorio nasce anche dall’esigenza di coinvolgere attivamente proprio il mondo dell’imprenditorialità bergamasca affinché possa emergere nel mondo delle aziende la consapevolezza di essere non soltanto legate alla logica del profitto e della massima produzione possibile, ma anche di essere “portatrici di benessere” socio-economico ed etico. In estrema sintesi: scopo del Laboratorio è quello di consentire agli studenti di Filosofia di assumere e maturare la consapevolezza di avere gli strumenti necessari in materia di pensiero pratico, critico ed etico, per capire, studiare e valorizzare anche attività economico-imprenditoriali ricoprendo ruoli specifici. Allo stesso tempo ed in maniera complementare, questa iniziativa accademica si propone di far capire agli imprenditori ed ai manager, come il ruolo apportato dai filosofi all’interno della vasta realtà aziendale, possa essere di grande ed ineludibile sostegno.  

Partendo da questo assunto, come il pensiero critico e filosofico può trovare applicazione nella vita d’impresa?   

Le sue applicazioni possono essere diverse e molteplici. In sostanza, la generale metodologia di indagine filosofica, si pone come obiettivo quello di proporre un percorso all’interno del quale porre in atto i concetti tipici del ragionamento critico-valutativo: pensare, ragionare e concettualizzare. Esemplificando: pensare l’economia e l’Impresa di oggi vittime di crescita a medio termine, crisi aziendali con ricadute sociali e costanti processi di de-localizzazione e nuove modelli di sviluppo; ragionare su economia ed Impresa e sul loro futuro più umano e sostenibile, anche in relazione alle costante indicazioni provenienti dai “regolamenti” dell’Unione Europea; concettualizzare nuovi e più etici paradigmi di operatività aziendale, tenendo in considerazione anche gli ineludibili fattori di umanità, socialità e sostenibilità.

Il metodo di ragionamento filosofico può dunque essere l’unico ad avviare una strategia di Impresa che possa cogliere e valorizzare non solo il “cosa” ed il “come” produrre, ma anche il “perché”.

Corretto. Partendo da questo è possibile porre una maggiore attenzione verso una trasformazione dello status quo, oltre che sul ruolo dell’innovazione, sulla propensione alla creatività, sulla necessità di aperture al dialogo compartecipativo e sull’organizzazione collegiale e pluralista. Il tutto, tramite la valorizzazione del principio cardine del ragionamento filosofico: il dubbio.

Che, diceva Cartesio “è la prima certezza”…

Determinante è avere la forza ed il coraggio di mettere in discussione, soprattutto nei momenti di crisi e di cambiamenti socio-politici, stereotipi e anacronistiche strategie di sviluppo aziendale non più corrispondenti con i tempi. Un  plus non solo per le Imprese stesse, ma anche per una nuova “forza-lavoro” con una diversa mentalità e predisposizione rispetto alle generazioni passate.

Perché è importante la contaminazione con le aziende?

Il coinvolgimento delle aziende, grazie al fattivo contributo di Confindustria Bergamo, rappresenta un punto di ineludibile importanza. Con le lezioni tenute dai rappresentanti aziendali, esponenti di Sangalli SPA, Servizi Confindustria Bergamo, S. Ambrogio SPA ed Itema, gli studenti non solo entreranno in contatto con voci autorevoli del mondo dell’imprenditoria locale e nazionale, ma avranno anche modo di apprendere gli elementi basilari delle rispettive gestioni aziendali, cercando, di volta in volta, di arricchirli con le loro osservazioni di natura filosofica. Il tutto, tramite confronti partecipativi e basati in modo particolare sul dialogo e sul confronto diretto e costante tra i due mondi che, tramite il Laboratorio, si cerca di unire. Una “contaminazione” che oggi si rende quanto mai necessaria affinché il manager del domani possa acquisire anche altre dinamiche: come maggiore attenzione verso capacità intellettuali e culturali non solo di natura tecnico-economica legata ai numeri, giusto e vero riconoscimento di tutti gli “stakeholder” interni ed esterni all’azienda e capacità di superare obsoleti stereotipi legati ad una gestione solo a breve termine. Ma, di conseguenza, una “contaminazione” importante anche dal punto di vista degli studenti, che vedranno nella scelta di essersi inscritti ad un corso di Laurea in Filosofia un veicolo per nuove prospettive occupazionali, fino a qualche anno fa, in gran parte sconosciute o non tenute in seria considerazione.

In cosa consistono i 9 moduli?

Cinque moduli hanno natura più accademica mentre i restanti quattro hanno carattere più tecnico. I primi, sono tenuti da docenti del Dipartimento di “Lettere, Filosofia, Comunicazione” dell’Ateneo di Bergamo, vale a dire, oltre a me, anche dai Professori Saccenti, Bottani e Fanciullacci e riguardano in generale gli approcci che può fornire la Filosofia, il suo metodo e le sue finalità all’interno del mondo aziendale. Due le finalità: cercare di capirla maggiormente ed in maniera più critica ed esaustiva possibile e, parallelamente, trarre migliori strumenti di strategia. Tra gli argomenti trattati, a titolo di esempio, troviamo il ruolo dei maggiori filosofi della cultura occidentale, il compito del pensiero critico-pratico ed etico, il metodo del dialogo/dubbio filosofico, la Filosofia come “Spirito” pratico legato all’economia, la riflessione gnoseologica sul modo di produzione contemporaneo. Per quanto riguarda, invece, i moduli svolti direttamente dai rappresentanti aziendali, troviamo argomenti come la gestione delle Risorse Umane, la valutazione delle diverse fasi del Lavoro, il ruolo delle “Academy” aziendali per la formazione lavorativa, gli elementi di crescita/sviluppo aziendale in ottica moderna, il ruolo dell’”employer branding” come veicolo di immagine e comunicazione aziendale, e concetti simili.

Cosa si aspetta da questo progetto in termini personali e di reattività degli studenti?

L’avvio del Laboratorio, in termini pratici, rappresenta per me già una soddisfazione personale, anche perché, da anni, dopo la Laurea in Filosofia ed un Dottorato di Ricerca in Storia del Pensiero economico, e studioso di economia civile/sociale, posso constatare la vitalità, la lungimiranza e l’attualità di molti pensieri di filosofi-economisti che hanno prodotto opere di alta qualità tra Settecento ed Ottocento, quando ancora il variegato mondo delle Imprese era in forma elementare. Una soddisfazione di studioso, che non può non allinearsi con quella di avere una frequenza, da parte degli studenti, maggiore rispetto alle aspettative ed alle previsioni fatte ad inizio Anno Accademico. Inoltre, la reattività è legata anche al fatto di avere diversi uditori esterni, non più studenti ma già inseriti nel mercato del lavoro, ma incuriositi proprio dal tema strategico del Laboratorio: quale Filosofia per l’impresa che cambia.

Analoga visione quella del professor Riccardo Saccenti, che spiega: “L’esigenza di fondo di questo Laboratorio è quella di raccogliere la sfida della separazione, che in Italia continua ad essere quasi uno stereotipo, fra una cultura e un’educazione di matrice umanistica e quello che è impresa e azienda. Più nello specifico l’intenzione è quella di creare un ponte fra la filosofia e la realtà dell’impresa, nella convinzione che questo rapporto possa aprire prospettive di sviluppo e di innovazione non solo per le aziende. Anche la filosofia ha molto da apprendere dal confronto diretto con le dinamiche, le specificità e le esigenze delle aziende”.

“Il quadro economico in cui si muovono le imprese – prosegue – è mosso da una pluralità di tendenze che molto spesso le stesse imprese riassumono in alcune parole chiave: flessibilità, innovazione, competitività, attrattività, sostenibilità. Tutto questo rimanda ad una realtà che viene affrontata in modo tendenzialmente parcellizzato e settoriale: si insiste sulle competenze in ambiti molto puntuali e specifici. E tuttavia, per muoversi in questo contesto apparentemente magmatico, serve avere anche la capacità di analisi critica dei diversi aspetti per ripensare sintesi e maturare le dinamiche d’insieme. Abbiamo a che fare con una realtà che, soprattutto se la si vede dal punto di vista delle imprese, è fatta di processi che coinvolgono i soggetti (le singole persone e le aziende come gruppi economici e sociali) e le relazioni che fra di essi sussistono”.

Su tutto questo la filosofia ha molto da dire perchè può dare all’impresa strumenti di comprensione che, accanto ai necessari dati quantitativi, misurano anche la qualità delle cose e aiutano a capire e operare scelte più ponderate su molte cose: dalla gestione del personale al rapporto fra produttore e cliente fino al ripensamento dei processi produttivi in termini di sostenibilità. Ma non solo.

“L’importanza di questo progetto non si gioca solo su quello che la filosofia può dare alle aziende, ma anche sulla dinamica inversa. La filosofia ha molto da apprendere dal rapporto con il mondo delle imprese. E questo perché la filosofia, sebbene sia un sapere concettuale, vive e opera sempre in un contesto, in rapporto con la realtà, di cui cerca di restituire una comprensione critica. E le imprese sono una parte fondamentale della realtà in cui la filosofia viene praticata in questo nostro tempo. Certamente lo sono nell’area bergamasca in cui lavorano i filosofi dell’Università di Bergamo. Imparare a fare i conti, da filosofi, con questa parte della realtà non può che arricchire. Ecco allora che il Laboratorio richiede il coinvolgimento diretto di aziende e imprese. Questo ha permesso di costruire una proposta che non è solo pura concettualizzazione. Piuttosto si tratta di acquisire strumenti di analisi e poi applicarli e affinarli sul corpo vivo di imprese che quotidianamente affrontano i problemi del loro operare. Proprio il coinvolgimento delle aziende fa sì che questo sia un laboratorio, per così dire, di “filosofia applicata””.

Anche per Saccenti, alte sono le aspettative: “L’ambizione è quella di mostrare come la filosofia sia un sapere che offre strumenti preziosi per rendere migliore e più solido quella realtà umana che è l’impresa. I paper che gli studenti realizzeranno su ciascuna delle realtà aziendali su cui lavoreranno, possono offrire un punto di nuovo del tutto nuovo alle imprese su loro stesse, su come operano, su come gestiscono le dinamiche interne e quelle in cui sono coinvolte. Introdurre questo punto di vista è un aiuto prezioso per andare al di là di una lettura delle cose che si ferma alla superficie dei numeri: aiuta a capire cosa c’è sotto quella superficie, quali sono i processi profondi in atto, e così ad elaborare strategie e ad avere un respiro più lungo. Tutto questo è prezioso anche per l’università e per il modo in cui in università si insegna filosofia. Riporta noi docenti all’esigenza di un insegnamento che sappia sempre confrontarsi con le cose. Vale su questo quanto accennato sopra: la filosofia non può che partire dalla realtà, per elaborare concetti e analisi razionali, con l’ambizione però di tornare alla realtà per contribuire a cambiarla in meglio”. 

Che il fattore “cambiamento” sia la leva che ha contribuito a dare vita all’iniziativa lo sottolinea anche il Vicepresidente di Confindustria Bergamo Marco Manzoni, delegato all’Education: “Stiamo tutti sperimentando il cambiamento nelle prospettive e nelle aspettative di chi entra nel mondo del lavoro che genera un profondo ripensamento anche da parte delle imprese. Questa collaborazione ben si inserisce nel più ampio progetto ‘People’ lanciato dall’Associazione per aiutare le aziende a elaborare approcci e metodologie, grazie ai quali diventare più attrattive e coinvolgenti. Da qui anche l’interesse verso punti di vista più arricchenti che permettano di andare oltre “il cosa” produciamo per comprendere meglio il “come” lo facciamo e “il perché”, quale è il senso che ci mettiamo nel fare al meglio il lavoro di tutti i giorni. Questa identificazione è possibile contaminandoci con i saperi derivanti dagli studi e dai metodi filosofici, anche grazie al contributo di nuove figure professionali in azienda”.

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